Customer Journey o User Journey? È una questione di emozioni.

Customer experience
Brand Experience

Nel nostro lavoro in Incredible Studio, incontriamo spesso una confusione terminologica che nasconde una profonda differenza strategica: quella tra User Journey e Customer Journey. È una sfumatura che, se ignorata, può portare a progettare esperienze incomplete, prodotti eccellenti che però faticano a creare un legame duraturo con il brand.

Di recente, un articolo di Webdesigner Depot, ha fatto un ottimo lavoro nel delineare i confini logici e operativi tra i due concetti. L'analisi sottolinea con grande chiarezza la differenza fondamentale tra l'utente (chi usa il prodotto) e il cliente (chi paga per esso), dimostrando perché questa distinzione sia cruciale per il successo di un business.

Questa lettura stimolante ci è servita da perfetto trampolino di lancio per porci una domanda che sta al cuore della filosofia di Incredible Studio: e le emozioni?

Se la distinzione funzionale è chiara, come cambia il panorama emotivo di una persona quando veste i panni dell'utente rispetto a quando agisce come cliente? Dove si annidano la frustrazione, la soddisfazione, la fiducia o l'orgoglio in questi due percorsi?

Prendendo ispirazione da quella solida analisi, in questo articolo vogliamo andare oltre. Vogliamo esplorare la differenza tra User Journey e Customer Journey attraverso la nostra lente, quella che ci contraddistingue: l'analisi profonda delle emozioni. Viaggeremo dentro ciò che le persone provano, per capire come progettare esperienze che non siano solo usabili ed efficienti, ma autenticamente memorabili.

La domanda fondamentale: chi paga il conto?

Per cogliere l'essenza della differenza, partiamo da una domanda provocatoria, ma incredibilmente efficace: chi è l'utente e chi è il cliente?

Pensiamo a Spotify: milioni di persone sono utenti che ascoltano musica gratuitamente. Ma i clienti sono coloro che sottoscrivono un abbonamento Premium, o gli inserzionisti che pagano per raggiungere quel pubblico. Progettare un'esperienza fluida per l'ascolto (User Journey) è vitale, ma è altrettanto cruciale progettare un percorso che convinca un utente a diventare un abbonato pagante (Customer Journey).

Ignorare questa distinzione porta a quello che potremmo definire il "paradosso della startup di successo": un prodotto bellissimo, con un'usabilità impeccabile e utenti entusiasti, ma che non riesce a generare ricavi. Si è ossessionati dal percorso dell'utente, dimenticando quello del cliente.

Zoom-in e zoom-out dell'esperienza

Possiamo immaginare la differenza tra i due percorsi come un gioco di prospettive.

Lo User Journey è uno "zoom-in": si concentra su un compito specifico che una persona vuole portare a termine attraverso un prodotto o un'interfaccia digitale. È un percorso più tattico e circoscritto. Le fasi tipiche di una User Journey potrebbero includere:

Il Customer Journey è uno "zoom-out": abbraccia l'intera relazione tra una persona e il brand, attraverso tutti i punti di contatto, sia online che offline, e lungo un arco temporale molto più ampio. È un percorso strategico e relazionale. Le fasi classiche di una Customer Journey includono:

La User Journey, quindi, è spesso un sotto-insieme della Customer Journey. L'esperienza di utilizzo dell'app di banking (User Journey) è solo un tassello della relazione complessiva che ho con la mia banca (Customer Journey), che include anche la pubblicità che vedo, il modo in cui mi accolgono in filiale e la gestione di un reclamo telefonico.

Il Cuore della questione: il panorama emotivo

Ed è qui che, come Incredible Studio, poniamo il nostro focus più profondo. La differenza cruciale tra i due percorsi risiede nella natura e nell'intensità delle emozioni che vengono suscitate. Per analizzarle, ci appoggiamo al modello a tre livelli del design emozionale di Don Norman: viscerale, comportamentale e riflessivo.

Le emozioni nello User Journey: l'efficienza del sentire

Nello User Journey, le emozioni sono strettamente legate all'interazione diretta e immediata con il prodotto. Sono più "micro-emozioni", connesse alla performance e all'usabilità. Ci facciamo aiutare da Don Norman per questa analisi.

L'obiettivo emotivo primario di una User Journey ben progettata è minimizzare la frizione e generare un senso di competenza e fluidità. Le emozioni positive sono la soddisfazione, la chiarezza, la sorpresa per un'interazione più semplice del previsto. Le emozioni negative da evitare sono la frustrazione e la confusione.

Le emozioni nel Customer Journey: il significato del sentire

Nel Customer Journey, il discorso emotivo si fa più complesso, profondo e stratificato. Le "macro-emozioni" qui non sono legate solo alla funzionalità, ma all'intera relazione con il brand e al significato che questo assume nella vita della persona.

L'obiettivo emotivo di una Customer Journey memorabile è costruire una connessione profonda basata su fiducia, coerenza e valori condivisi. Le emozioni positive sono la fiducia, la sicurezza, l'orgoglio, il sentirsi speciali e riconosciuti. Le emozioni negative da evitare sono il sentirsi ignorati, traditi o trattati come un numero.

Mappare le emozioni per progettare il futuro

Sia per lo User Journey che per il Customer Journey, lo strumento operativo per visualizzare e comprendere questi percorsi è la mappa (Journey Map). Ma una mappa efficace non si limita a elencare azioni e touchpoint. Deve, soprattutto, tracciare la linea emotiva della persona.

Mappare le emozioni significa individuare i "picchi" di gioia e le "valli" di frustrazione.

Conclusione: un'orchestra, non un assolo

Pensare che User Journey e Customer Journey siano la stessa cosa è come pensare che il primo violino sia l'intera orchestra. La performance dell'assolo (UX) può essere tecnicamente perfetta, ma se non è in armonia con il resto degli strumenti (CX), il risultato finale sarà dissonante e l'emozione trasmessa al pubblico incompleta.

La distinzione è fondamentale perché ci costringe a porci domande diverse e ad allocare risorse in modo più strategico:

In Incredible Studio, crediamo che la magia avvenga quando queste due prospettive collaborano. Progettiamo interfacce impeccabili (User Journey) che si inseriscono in modo coerente e significativo all'interno di una relazione più ampia e ricca di emozioni positive (Customer Journey).

Perché alla fine, che sia un utente che completa un task o un cliente che sceglie di legarsi a un brand per anni, la decisione è sempre guidata da come lo facciamo sentire. E far sentire bene le persone fa bene a tutti, business incluso.